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Anteprime

Elysium

di J. Kwon – Anteprima italiana

Film di fantascienza interamente creato in animazione 3D al computer. Nel 2113, una squadra speciale ha la missione di recarsi nel Continente Antartico. Un giorno, il team di ricerca trova una antica iscrizione, sotto un iceberg, e in realtà l’area dell’iscrizione è scavata e circondata da altri piccoli iceberg, tutti istoriati con iscrizioni che creano una sorta di torre, ispirando una strana atmosfera attorno al gruppo di spedizione. In altri tempi, tutti i membri delle scorse spedizioni che si sono recati nella zona sono morti o dispersi; la squadra manda tutti i dati relativi alla scoperta via satellite agli Earth Defense Headquarters, per rendere partecipi della scoperta anche i generali, che rivelano nella zona una strana presenza demoniaca. Il gruppo di spedizione riesce a individuare il significato delle iscrizioni: esse puntano ad un pianeta sconosciuto nelle Galassie.
E inizia così il racconto delle vite di chi sul pianeta ci vive, e si vede arrivare di sorpresa la nave spaziale Elysian con a bordo il gruppo di spedizione dalla Terra.

Ghost Ship

di Steve Beck – Anteprima italiana

“Il mare e la gente che lo naviga sono un’infinita fonte di fascino e mistero” ha dichiarato Joel “The Matrix” Silver, uno dei più creativi produttori di blockbuster hollywoodiani. Silver, con Robert “Roger Rabbit” Zemeckis, è titolare della società Dark Castle Entertainment, che ha prodotto la serie televisiva Tales from the Crypt e i film House on Haunted Hill e Thirteen Ghosts, quest’ultimo diretto da Steven Beck, che oggi firma Ghost Ship. Beck ha un passato di art director degli effetti visivi in film come Indiana Jones and the Last Crusade, The Hunt for Red October e The Abyss, curriculum che lo rende autore ideale per questa nuova avventura ideata da Silver.

Hotel

di Mike Figgis – Anteprima italiana

Dopo Timecode, film estremamente digitale, dal concept alle riprese, Mike Figgis si lancia in un progetto più complesso, che addirittura utilizzando in parte gli stessi strumenti del Dogma ne prende le distanze e lo critica aspramente. Il digitale rimane sovrano ma come strumento per la narrazione, la fiction pura. Una troupe di un film Dogma arriva in un tipico hotel liberty al Lido di Venezia.
Lo staff dell’hotel è cortese e gentile, tuttavia c’è qualcosa di strano. La troupe è arrivata per girare il film tratto dalla tragedia “La Duchessa di Malfi” di John Webster. Con il susseguirsi degli eventi, si scoprono numerose storie…
Trent Stoken, il regista del film, entra a poco a poco in uno stato comatoso e ha sogni inquietanti, mentre la troupe continua a girare le scene mancanti, proprio quelle relative agli amori della Duchessa e al suo assassinio.
Nel film e negli strani eventi vengono coinvolti diversi personaggi, tra cui la reporter di RMTV Charlee Boux (Salma Hayek) e una cameriera dell’hotel (Chiara Mastroianni), e più l’atmosfera all’interno dell’hotel si fa greve, più sorge spontanea una domanda: è l’arte ad imitare la vita o il contrario? Altre attrici coinvolte nel circo cinematografico e di vita sono Valentina Cervi, Stefania Rocca, Ornella Muti…
“Dopo Timecode, ho voluto continuare con l’esperienza di girare film in digitale. Mi aveva intrigato la possibilità di utilizzare la tecnica del real time e dello split-screen, e anche le videocamere digitali (in special modo le Sony PD100) mi affascinavano. L’immagine sembrava qualitativamente superba, e le videocamere erano piccole abbastanza per filmare in spazi angusti. Ho assemblato un cast di attori estremamente ampio (più di quaranta provenienti da tutto il mondo), e ho scelto la location del Lido di Venezia, in particolare l’Hotel Hungaria, particolarmente interessante dal mio punto di vista perchè è stato rinnovato ma ha ancora quel sapore decadente. Come con Timecode, ho scritto una storia di poche linee principali, delineando i personaggi principali. Ho scritto i dialoghi dei personaggi principali, ma tutti gli altri personaggi erano lasciati liberi di inventare i loro propri testi.” (Mike Figgis)

Il Signore degli Anelli – Le Due Torri

di Peter Jackson – Anteprima italiana

Il progetto del regista neozelandese Peter Jackson (Splatters, Creature del cielo, Sospesi nel tempo) è uno dei più ambiziosi esperimenti mai tentati: i tre film della trilogia sono stati girati simultaneamente nell’arco di un anno e mezzo in Nuova Zelanda, per il costo di circa 300 milioni di dollari. Lo scorso anno, solo quattro settimane dopo l’uscita statunitense del primo capitolo, la scommessa era stata vinta, visto che il film negli Usa aveva già incassato 229 milioni di dollari, cui andavano a sommarsi gli altri 287 milioni di dollari guadagnati nei botteghini del resto del mondo.
Un effetto valanga, che ha riportato all’attenzione del pubblico cinematografico e letterario il padre” di tutta la fantasy. Basti pensare che in Italia i libri dedicati alla saga hanno sfondato il tetto delle 100.000 copie e dal sito internet www.theonering.net ben due milioni di persone hanno “scaricato” nei loro computer il trailer del film, polverizzando il record detenuto da Guerre Stellari. “È il film per antonomasia”, lo ha definito Christopher Lee, cattivissimo Saruman cinematografico della trilogia scritta da J.R.R. Tolkien, uno dei più amati romanzi del ventesimo secolo. La storia, come è noto, segue la storia di Frodo Baggins (Elijah Wood), piccolo hobbit dalle orecchie appuntite e i piedi pelosi, che combatte l’oscuro potere di Sauron e dei suoi emissari terreni per salvare il mondo dalla minaccia del male. Il cast comprende, tra gli altri, Ian Holm nei panni di Bilbo Baggins, zio di Frodo e precedente possessore del malefico anello, Ian McKellen in quelli del potente mago Gandalf, Cate Blanchett è Galadriel, inquietante regina degli elfi e Liv Tyler l’elfo Arwen, figlia di Elrond (Hugo Weaving, già visto nel ruolo di perfido emissario della matrice in Matrix), che s’innamora dell’umano Aragorn (Viggo Mortensen), conosciuto anche come Granpasso e che per lui è pronta a rinunciare all’immortalità elfica.
“Ho letto il libro da ragazzo e n’ero rimasto sedotto”, ha detto il regista Jackson, “lo sviluppo della tecnologia cinematografica ci ha permesso di ricostruire il mondo fantastico di Tolkien rispettandone lo spirito”.

Mercano el Marciano

di Juan Antin – Anteprima italiana

Film di fantascienza demenziale, interamente creato da un team di giovani argentini, Mercano el Marciano si è aggiudicato il premio speciale della giuria all’ultimo festival di Annecy. Senza pensare allo stile, e nemmeno all’opportunità delle scelte stilistiche, Juan Antin, giovanissimo autore del film si lancia in una produzione senza precedenti: un lungometraggio che mescola animazione 2D e 3D con uno stile rapido e sicuro, degno delle più incallite produzioni hollywoodiane. Ma quest’opera proviene invece dal cosiddetto sud del mondo, in particolare dal sud dell’America. La cultura viaggia alla velocità della luce e il pixel non ha bisogno di rispettare i confini degli Stati, dribbla un filo spinato, un muro di mattoni, un tratto a pennarello sulla cartina geografica. Perché il nostro Marciano sbarca proprio in un’Argentina devastata dalle crisi economiche e dalla frenesia della vita moderna?
Sfortuna, quella che tutti chiameremmo anche con appellativi più accesi, niente di più e niente di meno.
Come capita del resto a tutti noi, ovvero di nascere e “sbarcare” in un posto a caso della Terra o di chissà dove, così Mercano capisce il suo destino e cerca di contrastarlo, di tornare indietro, al suo Pianeta dove tutto sembrava bello e sereno. Mercano è del colore tradizionale dei marziani, ovvero il verde, e a rispova di essere un eroe dei nostri tempi è un po’ pasticcione.
Ha un computer, e da uno scantinato di Buenos Aires tenta di comunicare con la sua gente.

Mari Iyagi – My Beautiful Girl Mari

di Sung-Gang Lee – Anteprima italiana

Vincitore del Grand Prix come miglior lungometraggio animato al Festival Internazionale dell’Animazione di Annecy 2002, Mari Iyagi di Lee Sung-gang si è imposto al pubblico occidentale per la sua raffinatezza e sensibilità espressiva.
In competizione con film provenienti dalle più svariate realtà produttive internazionali, questo film coreano si colloca a metà strada tra la straordinaria fluidità dell’animazione raggiunta da superproduzioni come il giapponese Metropolis di Rin Taro, e la vitale immediatezza di low-budget come l’argentino Mercano el marciano di Juan Antin.
Mari Iyagi rappresenta un’importante svolta per l’emergente industria culturale della Corea del Sud, che dimostra di potersi affermare a pieno titolo nel panorama dell’animazione orientale.
Lee Sung-gang affronta questa sua prima prova nel lungometraggio con grande delicatezza narrativa, e una levità aerea espressa fin dai titoli di testa: un movimento a volo d’uccello ci introduce in un mondo reale, ma che è allo stesso tempo specchio di impressioni molto personali.
Il film di Lee Sung-gang affascina per la decisa scelta di nascondere l’animazione 3D sotto una colorazione bidimensionale, quasi priva di ombre. Il risultato elude il semplice “pittoricismo”, amalgamandosi perfettamente con il punto di vista fantastico dei personaggi.
Nella riflessione sul rapporto tra elementi culturali e naturali Mari Iyagi è debitore verso un certo modo di osservare l’infanzia e la vita, che è il modello di riferimento per tutto il cinema d’animazione orientale che aspira a coinvolgere emotivamente lo spettatore in una dimensione poetica matura: l’opera insuperata di Miyazaki Hayao e del suo Studio Ghibli.

Spirited Away

di Hayao Miyazaki – Anteprima italiana

Come in Tonari no Totoro, l’inizio di Spirited Away coincide con un trasferimento famigliare: il viaggio è concreto, uno spostamento dalla città alla campagna che diviene confronto tra “civiltà” e natura, tra l’artificiale inquadramento della vita cittadina e l’imperscrutabile “ordine” del mondo naturale. In quello che sembra il viaggio di Alice nel paese delle meraviglie, la scontrosa Chihiro si ritrova a inseguire i propri genitori nel tunnel oscuro che dà su un mondo “diverso”.
Il regno degli spiriti al quale è messa di fronte la costringe ad affrontare la sua vera natura, mentre i suoi voraci genitori vengono mutati in grassi maiali da un’avida “maga Circe”, la strega Yu-baba. L’odissea nei gironi demoniaci del suo castello/fabbrica, dove Yu-baba riesce a guadagnare ripulendo e allietando gli spiriti e le semi-divinità, porta Chihiro a tramutarsi in Sen (in giapponese il primo kanji che compone il nome Chihiro può essere letto come sen, ovvero 1000), perdendo con una parte di nome anche la propria identità: diventa un semplice numero schiavo della brama di ricchezza della “padrona”. Nel film niente è come appare: ogni spirito ha due facce, e molto spesso la malvagità è una parte incontrollata della sua natura. Il personaggio della strega Yu-baba incarna la duplicità degli interessi umani Tanto è epico Mononoke Hime, tanto Sen to Chihiro no kamikakushi è intimamente grandioso.

L’Uovo

di Dario Picciau – Anteprima internazionale

Primo lungometraggio italiano interamente creato in animazione 3D al computer. La storia che risveglierà la parte migliore di te. “Mentre eseguiamo un’azione, mentre compiamo una scelta, siamo convinti che vi siano delle opzioni. Opzioni, Soggetto agente, Scelte, Decisioni: sono gli slogan di cui si nutre l’Io. Ma se alziamo per un attimo gli occhi dall’azione in cui siamo impegnati e ci fermiamo per un istante a riflettere, ecco l’implacabile sorriso di Necessità a dirci che, qualunque scelta effettuiamo, è esattamente la scelta richiesta da lei. Non può essere altrimenti. Nell’istante in cui la decisione è presa, essa è necessaria.
Prima della decisione, tutto è ancora aperto davanti a noi. Perciò, assurdamente, Necessità si fa garante solo del rischio: in ciascuna decisione rischiamo tutto, anche se poi ciò che alla fine viene deciso diventa immediatamente necessario”. (James Hillman, The Souls Code)
Il ritmo narrativo de L’Uovo, la caratterizzazione e l’animazione dei personaggi sono simili a quelli del teatro greco antico. I personaggi esprimono infatti i grandi valori che sono alla base della morale umana e contemporaneamente incarnano altrettanti enigmi. Sono esseri enigmatici posti al centro di un flusso di eventi che li superano, li mettono alla prova, misurano la loro consistenza. Ognuno si trova, nel proprio ruolo, di fronte a un bivio e a volte – come nella tragedia greca – il bene ha l’aspetto del male o viceversa. Quest’esperienza “tragica” è particolarmente viva nell’inconscio dell’uomo d’oggi, che di fronte ai grandi avvenimenti esita e non sa cosa augurarsi, consapevole che il proprio minuscolo universo non è più immune da ciò che avviene nel macromondo esterno e ogni giorno si trova a rielaborare i propri concetti di “bene” e “male”, di “giusto” e “sbagliato”.
Nessuno è padrone della propria esistenza, che è concatenata ad altre vite e dipende da quel concetto astratto e ineluttabile che chiamiamo fato, destino, karma o casualità. Un evento da non perdere, un’occasione unica per vedere in anteprima un film “epico”.